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Nervo Vago e cervicalgia

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Nervo Vago e cervicalgia

(Il Nervo Vago  è cosi’ chiamato per il suo lungo “vagare” all’interno del nostro corpo)


(Il Nervo Vago è cosi’ chiamato per il suo lungo “vagare” all’interno del nostro corpo). Per comprendere la stretta relazione tra dolori cervicali e modo di respirare, è necessario aver presente, almeno in linea generale, come si organizza il tanto discusso Nervo Vago (decimo paio di nervi cranici).

Il Nervo Vago presenta i suoi nuclei di origine all’interno del cranio e in parte a livello del tronco cerebrale (zona del cervello che attraversa il grosso foro che sta alla base dello stesso); successivamente il vago di destra e quello di sinistra si porteranno verso il basso, rispettivamente nel mezzo di due vasi molto importanti: l’arteria carotide interna e la vena giugulare. La coppia di nervi, addossata all’esofago, attraverserà il mediastino (zona anatomica dove risiede il cuore) emettendo delle terminazioni per cuore, polmoni ed esofago per poi “perforare” il diaframma e distribuirsi “vagando” in diversi organi, quali stomaco, fegato, intestino tenue e crasso, pancreas, cistifellea.

Fig.1

Semplificando possiamo dire che il Vago si occupa di gestire una delle due funzioni del sistema nervoso autonomo (SNA) ovvero la Funzione  Parasimpatica che si oppone a quella Ortosimpatica- in letteratura inglese “rest and digest”( riposo e digestione)-; infatti il Vago abbassa la frequenza cardiaca, stimola la secrezione dei succhi gastrici, pancreatici, della bile, aumenta la motilità gastro intestinale, favorendo il transito intestinale e quindi il buon completamento della digestione . Esistono anche altre fibre nervose con funzione parasimpatica, non di natura vagale, che ci aiutano nell’espletamento delle funzioni fisiologiche (fare la pipì ad esempio) e garantiscono l’erezione dell’apparato sia maschile che femminile.

A livello dell’apparato respiratorio, il Vago riduce gli atti respiratori e rende più profonda la capacità ventilatoria (migliorando la dilatazione delle pareti polmonari); cosi’ facendo migliora l’ ossigenazione dei tessuti e riduce l’acidità dei tessuti. Complessivamente possiamo dire che apporta uno statodi rilassamento generale.

Non da ultimo, in medicina si ritiene che il Vago espleti non solo la funzione di conddurre segnali dal cervello verso gli organi, bensì svolga anche una funzione detta “antidromica” ovvero con persorso dagli organi verso il cervello. Questo spiegherebbe in parte alcuni sintomi di natura vagale, ad esempio la nausea: se non digerisco bene è perché ho subito una congestione, lo stomaco non funzionerà più come deve e riferirà al SNC questa sua mancata attivazione attraverso le fibre vagali.

Veniamo alla cervicale, al perché dei dolori cervicali e in che relazione essi stanno con il nervo Vago.

Sappiamo che i due fasci vagali, di dx e sx, fuoriescono dalla base del cranio (foro lacero- posteriore), affiancati da due vasi importanti, ed inoltre circondati da una notevole quantità di muscoli, corti e potenti che si occupano dell’orientamento del capo nello spazio; sto parlando del pacchetto di muscoli suboccipitali (fig.2). Questi muscoli sono responsabili non solo di garantire che il nostro sguardo sia sempre sull’orizzonte ma anche di orientare il capo quando vogliamo volgere la direzione del focus (mira) visivo verso un obiettivo, sia un luogo da inquadrare o un documento da leggere .

Fig.2

Oggigiorno sia per lavoro che per svago, ci troviamo molto spesso davanti allo schermo del computer o del cellulare; con l’andare del tempo, se il setting lavorativo (altezza sedia e scrivania, posizione dello schermo/tastiera e/o del mouse) o le posizioni che adottiamo quando leggiamo da un tablet o guardando il cellulare non sono corrette(fig.3) si può andare incontro ad un notevole sovraccarico delle zona cervicale, in particolare della zona alta: Occipite, C1 e C2.

In sostanza ci si trova sempre più spesso in quella che gli inglesi chiamano “forward head posture” letteralmente “postura a capo avanzato” ( fig.4); tale postura comporta un sovrautilizzo dei muscoli suboccipitali che devono sopperire alla caduta della testa in avanti e quindi anche dello sguardo in avanti (ricordiamoci che è imperativo mantenere lo sguardo sull’orizzonte, altrimenti finiremmo per guardarci i piedi quando si cammina senza accorgerci se più avanti ci sarà un ostacolo!)

Fig.3

Oggigiorno sia per lavoro che per svago, ci troviamo molto spesso davanti allo schermo del computer o del cellulare; con l’andare del tempo, se il setting lavorativo (altezza sedia e scrivania, posizione dello schermo/tastiera e/o del mouse) o le posizioni che adottiamo quando leggiamo da un tablet o guardando il cellulare non sono corrette(fig.3) si può andare incontro ad un notevole sovraccarico delle zona cervicale, in particolare della zona alta: Occipite, C1 e C2.

In sostanza ci si trova sempre più spesso in quella che gli inglesi chiamano “forward head posture” letteralmente “postura a capo avanzato” ( fig.4); tale postura comporta un sovrautilizzo dei muscoli suboccipitali che devono sopperire alla caduta della testa in avanti e quindi anche dello sguardo in avanti (ricordiamoci che è imperativo mantenere lo sguardo sull’orizzonte, altrimenti finiremmo per guardarci i piedi quando si cammina senza accorgerci se più avanti ci sarà un ostacolo!)

Fig.4

Questa posizione del capo cadente in avanti, va a ridistribuire le leve di forza dei muscoli del collo, i quali andranno in affaticamento, generando sintomi dapprima di “semplice” dolenzia cervicale con difficoltà nelle rotazioni e successivamente si può arrivare anche a sintomi da sovraccarico del sistema nervoso autonomo, come: confusione mentale, difficoltà di concentrazione, appannamento della vista, sdoppiamento della vista, cefalea fronto-orbitaria, acufeni/ronzii, dolori mandibolari, tachicardia, nausea che può sfociare in vomito.

In oltre dal punto di vista della respirazione, sfido chiunque a fare una inspirazione completa con il capo proteso in avanti, vi accorgerete dell’impossibilità di espandere il torace a pieni polmoni, perché questo complica in larga misura il passaggio dell’aria attraverso la gola/laringe e a lungo andare anche la ventilazione polmonare, la giusta ossigenazione, contribuendo a sintomi di natura autonomica (Sistema Nervoso Autonomo) di cui abbiamo parlato poc’anzi.

Inoltre dal punto di vista della respirazione, sfido chiunque a fare una inspirazione completa con il capo proteso in avanti; vi accorgerete dell’impossibilità di espandere il torace a pieni polmoni, perché questa postura complica in larga misura il passaggio dell’aria attraverso la gola/laringe e a lungo andare anche la ventilazione polmonare, la giusta ossigenazione, contribuendo a sintomi di natura autonomica (Sistema Nervoso Autonomo) di cui abbiamo parlato poc’anzi.

Onestamente non ritengo che molti degli esericizi diffusi sui social forniscano soluzioni. Non si può ragionare per comparti isolati (es: “Hai male qui? Fai questo esercizio!”). Eseguire uno o due esercizi, a mio avviso,serve a ben poco per questa tendenza del capo; adottare misure di correzione posturale in ambito lavorativo, esercitare il respiro ed evitare alcune posizioni, questo puo’ apportare notevoli benefici, vediamo quali!

Fig.5

Ambiente di lavoro o di studio:

  • Il monitor dovrebbe stare al di sotto di 30° rispetto al piano degli occhi.
  • La distanza dello schermo dovrebbe essere più o meno quella di un nostro braccio disteso.
  • Tastiera e mouse in linea con il nostro braccio.
  • Rispettare un angolo di 90° tra il nostro corpo e le cosce.
  • Sedere il più possibile con schiena eretta, per questo può aiutare il posizionamento dei piedi su un rialzo (leggermente reclinato verso di noi).
  • Scegliere sempre una sedia con schienale! Diffidare da sedute su fitball o sgabelli con sedute stile sella di bicicletta(fig.5).
  • Molto spesso si interpongono tra noi e la testiera dei fogli o dei testi di studio. Non è l’ideale, tuttavia una soluzione può essere disporli verso la nostra sinistra piuttosto che a destra (sempre meglio portare in rotazione sinistra la parte superiore del tronco, nelle successive presentazioni spiegheremo perché) a patto che la tastiera e il mouse rimangano alla distanza che abbiamo detto precedentemente.

 Non dimenticarti delle pause!

Fig.6

Se studi o se lavori, imposta un timer da 25 o 50 minuti, appena suona, fermati 5 minuti, alzati, cammina, esegui delle circonduzioni con il collo da seduto/a come se tu volessi descrivere la forma di un cono gelato con la testa, molto lentamente senza forzare, inizia con coni di piccole dimensioni per poi lentamente amplificarli(fig.6) : 10 in senso orario e 10 antiorario.

Sonno:
Prediligi la posizione sul fianco o supina, a pancia in giù la cervicale viene stressata in rotazione e le vie aeree si trovano in disconfort in quanto la loro pervietà è notevolmente ridotta (strozzata), questa situazione predispone a respirazione faticosa, talvolta generando prodromi per crisi di apnea.
Respiro:
Quando sei in macchina, in autobus, in attesa o nei momenti di pausa, ricordati di respirare! Prediligi sempre la fase espiratoria; siamo molto bravi a prendere aria ma molto meno a soffiarla fuori come si deve. I muscoli che espandono la gabbia toracica sono più facili da attivare rispetto a quelli che la comprimono. Molto semplicemente puoi inspirare 5 secondi e soffiare per 10 secondi, questo non solo contribuisce a tonificare la muscolatura addominale ma migliora di gran lunga anche la qualità degli scambi gassosi riducendo di gran lunga l’acidità corporea e contribuendo ad abbassare l’attività del nostro sistema di allerta (Ortosimpatico) notoriamente attivo negli stati di stress elevato o di di difficoltà emotiva (collera, ansia, agitazione, irrequietudine).

Consiglio: Ricorda di definire in ogni momento della giornata il tuo ruolo.Se decidi di eseguire un compito, fai solo quello:farne più di uno insieme non conviene, si rischia di farli male tutti e ne risulta una perdita di tempo. Inoltre saltare da un ruolo all’altro è particolarmente oneroso dal punto di vista delle energie psico-fisiche!